Rapporto con i genitori/familiari
Come più volte si è approfondito, il vissuto dei genitori dei nostri giovani disabili (ma anche dei fratelli, familiari, tutori) è intriso di numerose angosce (di impotenza, del futuro, senso di colpa, ecc.) e di sentimenti profondi e spesso contrastanti (iperprotezione, rifiuto inconscio, fatalismo, speranze illusorie, ecc.). [Vedi documento La famiglia di fronte all'handicap].
Questi problemi esistenziali condizionano anche i loro rapporti col mondo e, soprattutto, con noi operatori, a cui essi affidano i loro familiari.
La loro frequente ambivalenza, tra fiducia e preoccupazione, può creare in noi disorientamento nella relazione con alcuni di loro.

I genitori/familiari assumono nei confronti del servizio e degli operatori atteggiamenti diversi, a volte anche variabili ed incoerenti nel tempo. Elenco alcune modalità di atteggiamenti/comportamenti più comuni:

 PADREMADREFRATELLISORELLEALTRI
Collaborazione positiva     
Delega con fiducia     
Delega, ma con critcità     
Delega totale     
Invadenza     
Aggressività     
Competitività     
Insoddisfazione generalizzata     

Alcune riflessioni:

  • Non illudiamoci di cambiarli.
  • Noi, nei loro panni, come ci comporteremmo?
  • È necessario sviluppare l'alleanza: deve essere ricercata per comprensione, per professionalità, per strategia.
  • Con quanti riteniamo di avere "vera alleanza" reciproca (= mi dai tempo, mi capisci, sei dalla mia parte), al di là della loro e nostra buona volontà?
  • E noi come reagiamo di fronte ai loro atteggiamenti/comportamenti ? Con:
 PADREMADREFRATELLISORELLEALTRI
Ascolto sereno     
Comprensione     
Freddezza tecnica     
Direttività     
Competitività     
Irritazione     
Rassegnazione da impotenza     

Le possibilità di comunicazione con la maggior parte dei genitori/familiari, ecc. non sono moltissime in un anno e spesso avvengono anche con operatori diversi. Elenco i più comuni momenti di incontro: primi colloqui di valutazione per l'inserimento; gruppi di formazione e programmazione (tenuti dallo psicologo); incontri individuali programmati (di solito due all'anno: di cui uno alla presenza dell'assistente sociale del comune inviante); incontri per l'aspetto sanitario; incontri individuali richiesti da loro per urgenze; incontri (ma solo con pochi!) al momento dell'accoglienza o del congedo; colloqui telefonici per comunicazioni pratiche; rapporti nei momenti di festa o di particolari iniziative (es.: Giochi senza barriere, Feste di Natale, Carnevale, Pranzi sociali, Partenze/Arrivi per le esperienze residenziali, ecc.).
Se si fallisce e non si è attenti e positivi in queste occasioni, non è poi facile "recuperare l'alleanza". In loro rimarrà (e per mesi, o per anni!) la sensazione che il nostro modo di essere, sia sempre quello che loro hanno percepito in quel momento.

Nel rapporto con i familiari (come sempre del resto) è fondamentale la positività della nostra comunicazione non verbale. Ma ha pure importanza il contenuto della comunicazione verbale e il rispetto di quanto stabilito su chi deve comunicare con loro. È necessario, perciò, richiamare chi, tra i vari operatori, ha compito di riferimento a seconda del contenuto del messaggio o della richiesta.

In specifico:
  • ogni operatore/educatore: per comunicazioni pratiche, avvisi di non frequenza o ritardi, abbigliamento, ecc.
  • coordinatore: per domande sull'andamento generale del familiare, sull'alimentazione, sul suo stato psicologico, per comunicazioni in caso di incidenti o problematiche sanitarie di emergenza, per orientare ad altri referenti più specifici
  • personale amministrativo (o coordinatore se delegato): per problemi di rette, di soldi, ecc.
  • medico, psichiatra, infermiere: per problemi igienico-sanitari-farmacologici ordinari. (In assenza, all'interno della Comunità di queste figure specialistiche diventa punto di riferimento l'operatore che è stato incaricato di seguire questo settore.)
  • psicologo: per verifica progetto di integrazione, per eventuale nuova progettualizzazione, per interventi di ascolto/elaborazione ansie familiari, per analisi problemi e lamentele significative, ecc.