L'handicap è relativo anche alla mentalità e alle scelte del contesto sociale in cui si vive.
Il portatore di handicap è soggetto di diritti, non oggetto di concessioni.
Il portatore di handicap desidera essere trattato come persona; e, se adulto, come persona adulta.
Non vuole compassione, perché la commiserazione è deprimente ed emarginante.
Non vuole essere in vetrina.
Ha bisogno, come tutti, di comunicare e cerca chi lo ascolta: è felice, come tutti, se qualcuno gli dà un po' del suo tempo.
Il portatore di handicap non ha vita facile. Spesso è più buono e felice degli altri. Ma se per caso avesse un comportamento "scomodo", non stupiamocene. Noi saremmo uguali o peggiori.
Anche l'handicappato grave può avere la sua "normalità", quella essenziale: vivere felice con sé, con gli altri e con le cose.
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Vivi con lui un'esperienza di vita: non erigerti ad educatore o istruttore
Non aiutare mai senza chiederti se vuole essere aiutato
Né per fretta, né per efficienza, né per spirito di servizio, non sostituirti se lui può: dopo anni di impegno è orgoglioso di saper fare da solo
Aiuta senza dare nell'occhio... e nell'orecchio
Rispetta la sua privacy e ricorda che per tutti è obbligo morale mantenere il "segreto professionale"
In particolare con chi ha problemi è più importante il tuo modo di essere e di comunicare che il tuo fare
Per quanto puoi, opera perché il mondo sia prima di tutto per chi è più debole: smontiamo le barriere umane e architettoniche che ci sono ancora nella nostra società.
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