Angosce nel nostro lavoro sociale
Soprattutto nel "lavoro sociale", nella gestione dei servizi e dei rapporti, nascono ansie ed angosce che non sempre si chiariscono ed elaborano. Queste tensioni, già analizzate spesso nel percorso formativo in modo teorico (come "possibilità"!), hanno ben altro spessore emotivo ed urgenza interpretativa quando diventano espressione di disagio personale negli interventi reali sul campo. Espongo qui le più comuni, soprattutto quelle che evidenziano la perdita dell'autocoscienza positiva delle proprie capacità professionali (= del proprio potere funzionale!) e, di conseguenza, della tranquillità psicologica necessaria in ogni intervento di aiuto all'altro.
  • Angoscia di impotenza: dal "non risultato"; dal non riuscire a motivare; dalla impossibilità di creare un rapporto empatico di alleanza; ecc.
  • Angoscia di incompetenza: da coscienza della propria impreparazione tecnico/professionale di fronte a certi casi specifici; dal dubbio di avere in carico casi troppo complessi; da paura di fallimento; ecc.
  • Angoscia di solitudine: dal non avere noi alleanze, sostegno, rinforzo, protezione giuridica; dalla mancanza di supervisione; ecc.
  • Angoscia del futuro: da "sensazione" del tempo che passa senza avanzamenti significativi; dalla difficoltà nella revisione del progetto e delle prospettive future; dalla proiezione del presente "empasse" nel tempo; ecc.
  • Angoscia di gestione del transfert e contro transfert: dal non controllo delle proprie emozioni; dalla negatività della comunicazione soprattutto non verbale del paziente (a volte apatica, aggressiva, disforica); da eccessiva "risonanza" psicologica personale a situazioni angosciose dell'altro; ecc.

Altre situazioni d'ansia nascono dalla difficoltà di rapporto con altre figure professionali; dalla svalutazione culturale/giuridica della propria professionalità; dalle aspettative degli invianti o dei pazienti stessi; da disorientamento per impulsi contrastanti e confusivi da parte di superiori e/o tecnici; da sensi di colpa; ecc.
Analizzare ed elaborare (individualmente e/o in gruppo) quanto si vive nel rapporto terapeutico ed essere capaci di prendere decisioni adeguate, diventa necessità, ma anche crescita personale e professionale.