Importanza delle motivazioni
Nessuno fa niente per niente, senza motivo: anche nella "gratuità" più assoluta
  1. La motivazione è l'origine (conscia, ma anche solo inconscia) di ogni azione. La motivazione all'agire parte da uno "spunto" di volontà o di istinto che forza l'intelligenza a illuminare l'utilità o il piacere dell'azione; oppure spinge a difendersi da quello che si sente come invasione o pericolo.

  2. Ci sono vari tipi di motivazione:
    • Esterna: sensibilità, attenzione al premio o paura del castigo
    • Interna: gusto, piacere nel fare una specifica attività; nell'avere o usare una cosa; nell' approfondire un argomento; ecc.
    • Autorealizzativa/utilitaristica: valorizzazione di una scelta sentita come mezzo di autorealizzazione, esperienza utile per il presente o per il futuro, a livello personale o di gruppo
    • Autoaffermativa: autocoscienza di essere seri, bravi e bisogno che ciò sia riconosciuto; desiderio di affermare il proprio potere o il proprio sapere; di essere al centro dell'attenzione; voglia di libertà contro ogni coazione (educativa, istituzionale, ecc.)
    • Etica: coscienza e desiderio di essere buoni; impulso ad impegnarsi per senso del dovere, per coerenza ideale
    • Relazionale: piacere di stare con gli altri, di rapportarsi con una persona o con un gruppo di persone; dare importanza all'essere accettati, stimati, valorizzati; imitazione emulativa
    • Affettiva/sessuale: espansione della propria affettività, del proprio istinto sessuale, del bisogno di amare e di essere amati
    • Eteronoma: inclinazione alla dipendenza psicologica; bisogno di direttività o, almeno, di invito pressante; necessità di schema operativo prefissato; imitazione passiva.

    Le motivazioni suindicate non si autoescludono, anzi spesso sono compresenti, si integrano e si rinforzano.

  3. La demotivazione nasce dalla poca illuminazione che la persona percepisce nella proposta che lei stessa si fa o che altri le fanno. Questa scarsa motivazione diminuisce la forza propulsiva: per inibizioni all'agire, cioè per paura, insicurezza, noia, fatica, malessere, difficoltà di concentrazione, ecc.
    La contromotivazione, invece, è il rifiuto di una proposta per concorrenza di un'altra possibilità sentita come più urgente o più gratificante.

  4. A volte l'agire non scaturisce da una motivazione logica o psicologica, ma è risposta condizionata (dai riflessi, istinti, bisogni primari, abitudini, ecc.) che produce automatismi involontari.