Approfondimento su ruoli e modalità di intervento
  1. IDENTITÀ DELL' OPERATORE NELLE NOSTRE COMUNITÀ
  2. CARATTERISTICHE DI BASE

    • Operatore sociale, come spirito e cultura
    • Animatore, come metodologia e vitalità
    • Educatore, come intenzionalità operativa; capacità di osservazione (del positivo: il negativo si nota anche senza volere) e di verifica; voglia di formazione permanente
    • Lavoratore in proprio, come determinazione e creatività

    MODALITÀ FONDAMENTALI

    • Empatia, comunicazione non verbale positiva
    • Attenzione all'altro, avere occhio, dare tempo
    • Saper coinvolgere e sapersi coinvolgere
    • Accettazione, magnanimità, pazienza

    INTENZIONALITÀ NELLE PROPOSTE DI ATTIVITÀ

    Sono adulti: mai proposte infantili!

    • Penetrare ed esplicitare lo specifico (= utilità particolare) di ogni attività
    • Utilizzare ogni attività come esperienza/oggetto intermediario di relazione
    • Dare importanza al piacere (motivazione soprattutto interna e relazionale), alla gratificazione nel fare e nel fare quell'attività (prima di tutto provando noi piacere nel fare con loro!), dando a tutti possibilità di autostima

    VALUTAZIONE/AUTOVALUTAZIONE PROFESSIONALITÀ

    • Capacità specifica come: educatore, animatore, assistente, maestro d'arte, operatore socio occupazionale, ecc.
    • Capacità relazionale: essere costruttori/tessitori di relazioni ricche e positive
    • Capacità di lavorare in équipe: stima reciproca e rispetto dei ruoli. Andare d'accordo non è solo utile e funzionale, ma è la sostanza della professionalità.
      La metodologia di intervento è quella del gruppo di lavoro, dell'intervento come gruppo sul gruppo. Tranne in casi eccezionali, nessun operatore ha in carico "esclusivo" un giovane. Tutti sono "per e con" tutti, secondo un'interazione e integrazione modulare.
    • Capacità di elaborare le angosce: di impotenza, del tempo che passa, dell'eventuale decadimento fisico/mentale dei soggetti
    • Capacità di autocritica
    • Deontologia professionale

  3. PROGETTO SOCIO-EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO


  4. Le nostre strutture di servizio sono impostate come comunità e comunità di adulti.
    • Si è, però, molto attenti anche alle esigenze particolari dei singoli componenti del gruppo. Per ognuno si deve pensare ad interventi personalizzati.
    Ma il progetto socio-educativo individualizzato non deve essere fatto a priori, a tavolino. Mai rigido, ma dinamico. Piuttosto: ipotesi di intervento, percorso, proposte di attività. Più precisamente: progettualizzare l'evoluzione, finalizzare le positività emergenti.
    • Chiarezza e convinzione nell'impostazione e nelle finalità generali.
    • Fluidità nei progetti, nelle proposte e negli obiettivi specifici.
    • Rigorosità nelle verifiche.

    CONSIDERAZIONI DI BASE

    • Ricordare sempre che lavoriamo con adulti: né in età evolutiva, né involutiva.
      L'età adulta è l'età dell'autorealizzazione. L'intervento socio-educativo non è più indirizzato soprattutto a far emergere capacità potenziali, ma, invece, a confermare identità e capacità.
      E questo attraverso: accettazione, fiducia, aiuto, comunicazione di esperienze, stimolo, sostegno, rinforzo, valorizzazione. Ma anche, a volte, contenimento, responsabilizzazione, "affermazione" delle regole comunitarie. Fondamentalmente rigidi sul rispetto: verso di sé, gli altri, le cose.
    • Partire sempre da ciò che sono capaci di fare: attualizzazione - generalizzazione - valorizzazione delle competenze acquisite.
    • Partire da ciò che a loro piace: offrire proposte varie, dare opportunità di scelta, pur nell'equilibrio delle possibilità comunitarie.

    FINALITÀ

    I principali obiettivi sono:

    • Tendere al benessere dei nostri giovani
    • Favorire la loro socializzazione: con noi (tutti!), nel gruppo (se possibile con tutti)..., in famiglia, nella società (si fa quel che si può!)
    • Sviluppare l'autonomia: personale, operativa, intellettiva, psicologica, affettiva, morale.

    RUOLI NEL PROGETTO EDUCATIVO

    • Psicologo: è il responsabile dei progetti
    • Coordinatore interno: è il garante che i progetti siano secondo l'impostazione psicopedagogica; è il garante dell'attuazione dei progetti
    • Operatori: sono gli inventori/verificatori/modificatori del progetto educativo.

  5. PROGETTO TERAPEUTICO


  6. Il nostro intervento si configura anche come terapia indiretta.
    Si hanno effetti terapeutici a livello psicologico attraverso un "sistema" di rapporti e relazioni positivi. "L'ambiente" non influisce solo negativamente se negativo, ma anche positivamente se positivo. In particolare: contesto comunitario, clima favorevole, ascolto, valorizzazione dei singoli membri della comunità.
    A volte il tutto viene integrato con interventi più mirati (musicoterapia, ippoterapia, relax, centro di ascolto, ecc.), ma, tranne casi eccezionali, sempre di gruppo.

    RUOLI NEL PROGETTO TERAPEUTICO

    • Psicologo: responsabile del progetto terapeutico dal punto di vista psicologico soprattutto attraverso la terapia indiretta; ma anche con possibilità di interventi individuali col soggetto e con i suoi familiari (senza instaurare però un rapporto terapeutico continuativo)
    • Medici e specialisti: responsabili del benessere fisico
    • Operatori: realizzatori del progetto terapeutico. Cioè: favorire la "motivazione" e gestire il "rapporto di alleanza".

  7. FUNZIONI ÉQUIPE


    • Approfondimento/attualizzazione dell'impostazione; aggiornamento; formazione
    • Approfondimento casi specifici
    • Analisi relazioni, proposte, progetti. Programmazione attività
    • Condivisione ed elaborazione dei vissuti (negativi, ma anche positivi!)

  8. RAPPORTO CON I GENITORI E SERVIZI SOCIALI DI PROVENIENZA


    • Psicologo responsabile: analisi del caso; impostazione e presentazione progetti; verifiche e restituzioni con i genitori e servizi sociali degli Enti di provenienza; verifiche e consulto con psichiatri, psicologi, fisiatri, medici esterni
    • Coordinatore interno: rapporti per problemi pratici generali
    • Operatori: raccolta comunicazioni